More, Elisa, lo stanco poeta E l'estremo origlier su cui more È quell'arpa che un tempo l'amore Insegnava al suo spirto gentil. More pago che pura risplenda Come quella d'un angiol del cielo; Giacerà senza frale e uno stelo Fiorirà tra le corde d'april. Dono estremo, per te lo raccogli Senza insano dolor, senza pianto; Una lacrima cara soltanto, Solo un vale che gema fedel. Che quest'alma già lascia le care Feste, i canti le danze, gli amori, Come un'aura che uscendo dai fiori Odorosa s'effonda nel ciel. Tommaso Bianchi